domenica 17 maggio 2009

La Repubblica: Gay e mafioso: per gli italiani sono gli insulti più offensivi

Controverso risultato da un sondaggio condotto
dalla rivista Focus su un campione di quasi 3mila persone

Gay e mafioso: per gli italiani
sono gli insulti più offensivi

Nel "volgarometro" italiano le parolacce giudicate più pesanti riguardano la violazione delle leggi
e gli eccessi sessuali. I tradizionali "vaffa" e "cornuto" non feriscono più

ROMA - Da uno studio del mensile Focus, condotto su un campione di quasi tremila italiani, emerge una realtà controversa e discutibile. Gay, mafioso, handicappato, nazista e terrorista sono gli insulti giudicati più pesanti e offensivi dagli italiani.

Il dato è stato presentato nell'ambito di quello che la rivista ha definito "Volgarometro", ovvero un termometro di quello che in Italia viene considerato turpiloquio. In questa inedita fotografia delle volgarità, emergono delle tendenze significative.

Le accuse sentite come più offensive, quindi più gravi, sono la violazione delle leggi (mafioso, ladro, infame) e i presunti eccessi sessuali, dalla promiscuità per le donne all'omosessualità per gli uomini. Scottante poi anche il rapporto con malattie, morte, bruttezza, disabilità: le maledizioni, cioè augurare malattie, morte o dolore a qualcuno, e gli insulti fisici sono tra le categorie col più alto voto medio.

I fattori che influenzano maggiormente la percezione delle parolacce sono, in ordine decrescente, l'istruzione, l'età e l'abitudine a dirle; non incidono molto, invece, il sesso, il luogo di residenza e l'orientamento religioso. Inoltre, le donne, over 50, meridionali e religiosi sono comunque le categorie più sensibili al turpiloquio: hanno attribuito a molte voci punteggi superiori alla media generale, giudicando con più severità le espressioni legate al sesso, alla morale, alla religione e alla devianza dalle norme.

"Questo sondaggio è una delle indagini linguistiche più corpose svolte in Italia e l'unico a fotografare in modo significativo la percezione attuale delle parolacce, al di là delle impressioni dei singoli" spiega Vito Tartamella, il linguista responsabile dello studio che, grazie al saggio del 2006 Parolacce, è considerato uno dei maggiori esperti nazionali di linguistica nel settore del turpiloquio . "Il campione - sottolinea - è ricco e vario anche se tecnicamente non può essere considerato rappresentativo della popolazione italiana perché, regola scientifica vuole, che i destinatari delle domande debbano essere 70mila ed estratti casualmente".

Un discorso a parte è quello riguardante il rapporto con le malattie, la morte, gli inestetismi e la disabilità e gli insulti che toccano queste sfere hanno ricevuto il voto medio più alti. "Questi valori -spiega l'autore- sono giudicati più importanti rispetto alla lucidità mentale e alla cultura. Inoltre, le singole espressioni che hanno ricevuto in assoluto i punteggi più alti sono le bestemmie, nonostante un terzo del campione si dichiari ateo. Da notare che, anche se per valori infinitesimali, l'offesa alla Madonna è considerata più grave rispetto a quella verso Dio".

Perdono valore invece gli insulti classisti, come pezzente, barbone, proletario, quelli etnici come negro e terrone e religiosi come talebano e bigotto. La ragione, come spiega Tartamella, è che "le differenze di classe sono diventate più sfumate, e c'è più tolleranza verso le diverse fedi religiose".

L'importanza del "volgarometro" va oltre la semplice curiosità; secondo Tartamella comporterebbe anche una nuova valutazione giuridica degli insulti. La parolaccia, che dal 1999 è stata depenalizzata con una legge-delega, può avere un diverso valore a seconda delle condizioni nelle quali viene pronunciata. Spesso -afferma ancora Tartamella- i giudici, ma anche gli educatori e i traduttori, sono chiamati a dare una risposta a questi interrogativi, ma sono costretti ad affidarsi solo alla propria sensibilità personale, in mancanza di dati oggettivi sulla forza delle parolacce, che cambia a seconda delle epoche, della cultura, dell'età".

Le reazioni. "Che "gay" venga considerato uno dei più gravi insulti - ha dichiarato Imma Battaglia, presidente Di Gay Project, candidata Europee con Sinistra e Libertà, in merito alla ricerca di Focus - è sintomo di pericolosa omofobia. Ma non sorprende dal momento che c'è una quotidiana comunicazione che usa il sesso e soprattutto il corpo delle donne originando una politica "machista" che fa della virilità e dell'omofobia fatto politico. Se gay in Italia fosse sinonimo di normalità per la politica e per le leggi probabilmente non avremmo più tale vilipendio".

Dello stesso parere anche Franco Grillini, Presidente di gay net e direttore di Gaynews.it: "I risultati della ricerca del Volgarometro dicono che purtroppo il pregiudizio omofobico è ancora molto radicato nel nostro paese. Al campione del sondaggio era stato sottoposta una domanda che conteneva, tra l'altro, anche la parola gay. Sappiamo che il pregiudizio antigay si esprime nel linguaggio volgare, di tutti i giorni, il cosiddetto linguaggio da 'bar sport', con termini assai più coloriti al punto che quasi ogni regione in Italia ha il suo termine dispregiativo per indicare gli omosessuali".

(20 maggio 2009)

http://www.repubblica.it/2009/05/sezioni/cronaca/volgarometro/volgarometro/volgarometro.html


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